Uomini sulla Luna: |
"Un piccolo passo per
l'uomo, un gigantesco balzo per l'umanità"; questo disse
Neil Armstrong il 21 luglio 1969 poggiando il primo piede umano
sulla Luna.
Il programma Apollo, costato circa 70 miliardi di lire al valore
del 1999 e con mezzo milione di scienziati e tecnici coinvolti,
raggiungeva, così, il suo obiettivo. In tutto il pianeta Terra
più di 600 milioni di telespettatori seguivano in bianco e nero
le immagini che giungevano da quello che Armstrong disse
somigliare ad "una spiaggia sporca", ossia il Mare
della Tranquillità.
Il bilancio delle missioni Apollo, delle quali l'ultima si
concluse nel dicembre del 1972, è di sei sbarchi riusciti su
sette tentati, dodici cittadini statunitensi scesi sulla Luna,
382 kg di sassi lunari riportati sulla Terra, per un totale di
2196 campioni. Dopo più di trent'anni di silenzio, la Luna è
tornata a far parlare di sé. E' successo quando la sonda Lunar
Prospector ha rilevato che intorno ai Poli del nostro satellite
esiste una discreta scorta d'acqua, confermando le indicazioni
preliminari fornite dalla navicella spaziale Clementine. La
quantità d'acqua presente sulla Luna sembrerebbe essere, dunque,
circa 100 volte maggiore di quanto si era supposto. Naturalmente
non è acqua allo stato liquido bensì ghiaccio accumulato sul
fondo di alcuni crateri mischiato a polveri e pietre lunari: una
sorta di fango ghiacciato. Presumibilmente, a portare quest'acqua
sulla Luna sono state le comete che sono corpi simili ad iceberg
vaganti; esse cadendo sulla Luna hanno liberato le molecole
d'acqua che, a causa delle basse temperature presenti sul nostro
satellite, si sono subito solidificate.
Secondo gli scienziati della NASA questa scorta d'acqua sarebbe
sufficiente non solo per rifornire una colonia di scienziati, ma
anche per assicurare il propellente necessario per i viaggi
interplanetari del futuro; viaggi che probabilmente partiranno da
postazioni di lancio lunari per fruire dei vantaggi di una
gravità assai più ridotta rispetto a quella terrestre.
Comunque, l'estrazione di acqua da questi giacimenti idrici
richiederà cautela: il ghiaccio potrebbe, infatti, sublimare in
vapore e disperdersi nello spazio senza neppure passare per lo
stato liquido.
Intanto, è già in progetto uno spazio-porto lunare dal quale
l'uomo possa spiccare il volo verso Marte e poi verso gli altri
corpi del Sistema Solare; progetto che sicuramente non diventerà
realtà prima del 2010-2020. Prima di allora, infatti, la Luna
diventerà un prezioso laboratorio scientifico, utilizzato
soprattutto, ma non soltanto, per compiere osservazioni
astronomiche poiché è, lo ricordiamo, del tutto indenne da ogni
forma di inquinamento luminoso ed elettromagnetico. A parte gli
interessi scientifici, comunque, prima o poi si affermeranno
anche interessi industriali. Sulla Luna, infatti, oltre all'
isotopo elio 3, praticamente inesistente sulla Terra, ci sono
minerali di notevole valore commerciale. Purtroppo, però,
accanto a questi vantaggi ci sono anche notevoli svantaggi. La
Luna non è certo un luogo ospitale e i coloni che vi si
insedieranno avranno non pochi problemi da risolvere: dovranno
affrontare sbalzi di temperatura tra i -150 e i +120 gradi
centigradi; dovranno adattarsi ad una gravità sei volte
inferiore a quella della Terra e poi dovranno difendersi dalle
particelle ad alta energia del vento solare e dalle meteoriti che
sulla Terra non costituiscono un grosso problema (a meno che non
siano di grosse dimensioni) grazie alla schermatura atmosferica
di cui è dotato il nostro pianeta.
L'unica soluzione sarà costruire un ambiente artificiale a
tenuta d'aria, termicamente isolato e con una schermatura
efficace contro i raggi cosmici e i meteoriti. Ma, in che modo?
In prima analisi il cemento usato per le nostre costruzioni
sembrerebbe essere adatto per la costruzione della struttura
esterna di una Base Lunare, solo che, tenendo conto delle spese
di trasporto, una tonnellata di cemento costerebbe più di 50
milioni di dollari: spesa, ovviamente, insostenibile.
E allora?
Per risolvere questo problema l'ente spaziale americano affidò,
nel 1986, al tecnologo Taiwan Lin l'incarico di studiare
soluzioni meno "dispendiose" per reperire il materiale
necessario per l'edificazione della colonia.
Ebbene, Lin, utilizzando 40 grammi di sabbia lunare raccolta
dagli astronauti delle missioni Apollo non solo ha ricavato tre
pezzetti di cemento grandi come una comune gomma da masticare, ma
ha anche dimostrato che il cemento che si può ottenere dalla
materia prima lunare è addirittura migliore di quello terrestre.
La resistenza alla compressione del cemento lunare, infatti, è
risultata essere di 76 megapascal, contro i 50 del cemento
terrestre.
Si apre, così, la possibilità di costruire una base lunare di
grandi dimensioni in cemento.
Ovviamente l'astronomia ottica sarà la prima scienza a trarre
vantaggio dall'insediamento lunare; è già stato progettato, ad
esempio, un interferometro lunare per permettere l'osservazione
delle macchie solari e di altri fenomeni fotosferici sulle stelle
più vicine.
Inizialmente la sopravvivenza dipenderà, ovviamente, dai
rifornimenti inviati dalla Terra. In un secondo momento, poi,
sorgeranno serre per lo sviluppo agricolo. Esperimenti condotti
nell'ex Unione Sovietica hanno dimostrato, infatti, come sia
possibile anche sulla Luna la coltivazione di prodotti agricoli.
Gran parte della produzione industriale sarà affidata ai robot,
l'energia sarà prodotta con pannelli di celle fotovoltaiche e
l'ossigeno verrà ricavato da uno dei minerali lunari più
comuni: l'ilmenite.
La strada è lunga e l'impresa è difficile ma, come si dice...
senza sfide non ci sarebbe progresso.